EMOZIONI
Progetto personale di Carola Blondelli
con la collaborazione di Nicolas Vaporidis
a cura di Caterina Antonaci
©
E’ sempre più diffusa l’idea, o meglio ancora l’impresa, che sia necessario dover imparare a gestire e controllare le proprie emozioni, in particolare quelle ritenute “socialmente non convenienti”. Tuttavia, le emozioni sono ciò che ci caratterizza e contraddistingue nel profondo, stati passeggeri ed effimeri che appartengono universalmente a ciascuno di noi e che dimostrano la “vera natura” di noi esseri umani, il saper riconoscerle ed accettarle è quindi essenziale per poter definire la propria identità.
La mostra offre una lente di ingrandimento sulla percezione, descrizione e verbalizzazione delle nostre emozioni e quelle altrui.
All’interno della mostra ogni immagine corrisponde ad un’emozione, ma il processo di riconoscimento dell’emozione stessa è uno, personale e soggettivo: non tutti vedranno la stessa realtà in ogni fotografia, bensì l’interpretazione sarà aperta e variabile. A tal fine, l’etichetta che suggerirà l’emozione di ogni fotografia verrà momentaneamente coperta, offrendo al visitatore la possibilità di scoprirla solo una volta aver riflettuto individualmente, evitando così di essere influenzato. Il soggetto principale della serie è quello femminile, scelta ricorrente nella pratica artistica dell’artista, che si impegna di inquadrare quella sensualità ed emotività, proprie delle donne, attraverso degli scatti intimi che si contraddistinguono per un linguaggio diretto ed audace. La figura femminile inoltre, coincide con la scelta dell’artista perché in grado di comunicare ed esprimere le emozioni in maniera particolarmente diretta ed esplicita ma allo stesso tempo con una sensibilità e delicatezza tangibili. Un particolare rilevante, e che è rappresentativo del suo processo creativo, è quello dato dalla capacità di provare empatia con i soggetti inquadrati, instaurando un vero un rapporto di amicizia che contribuisce a rendere gli scatti ancora più intimi, personali ed espressivi. E’ significativo in questo senso l’uso del close up, scelta artistica volta ad accentuare quei tratti più rappresentativi e personali delle nostre espressioni. Le emozioni prese in considerazione sono frutto di una selezione da parte dell’artista, sono infatti quelle che lei reputa più comunemente sentite ed attuali nella società contemporanea: felicità, rabbia, noia, ansia, paura, invidia, follia, adorazione verso se stessi… una serie di realtà che ci appartiene sebbene in maniera non analoga e che dimostra un forte legame con il contesto sociale. Le fotografie affrontano questioni che ci riguardano da vicino e che fanno parte della quotidianità di ciascuno di noi. Attraverso una lettura introspettiva e riflessiva delle componenti e del contesto sociale, le fotografie ci invitano a ponderare su cosa significhi osservare un’immagine di paura, felicità o vergogna, su quali dovrebbero essere le reazioni appropriate e quali potrebbero essere le nostre possibilità di empatia o di comprensione. La mostra infine ci invita a riflettere sulla maniera personale di interpretare e capire noi stessi in un contesto sia individuale che collettivo.
I choose to tell myself through an informal biography, not didactic and chronological, but describing myself through a text that allows you to understand the way I do and would like to take photography. The type of photography that I am inspired by is not a technically perfect photograph, but an art form capable of transmitting emotions and making them feel by users. A conceptual photograph, which describes people more than things, which is able to bring out the “significant” part of each of us and the moment we are experiencing.
I tend to represent everything that somehow is able to say something, to speak silently through its representation, an instant, a look, a detail. Everything we live creates in us in a completely natural way a response, in the form of emotion of action or expression.
The lively sensation aroused by something, live and transfer these emotions through photography.
“While for many the moment is a symbol of light-heartedness and randomness, they are actually a lightning-fast intuition, something that for various reasons we wish to perpetuate and which can have an authentic human and historical value. The more we look, the more we see and the more we see, the more we react. ”
Anselm Adams